Il Baltic Index è un indicatore nato per testare lo stato di salute dell’economia reale.
Si potrebbe riassumere così l’importante ruolo svolto da questo indice basato sull’andamento dei costi del trasporto marittimo e sui noli delle principali categorie delle navi cargo con materiale non liquido e sfuso. Esso raccoglie i dati delle principali rotte mondiali e non è ristretto a quelle del Mar Baltico. In breve, indica quanto costa spedire materie prime e merci (ferro, acciaio, cemento, carbone, alluminio, etc).
Questo indice rileva quotidianamente l’andamento dei costi del trasporto sulle principali rotte mondiali, nonostante la crescita record registrata in Asia negli ultimi decenni gli abbia fatto assumere una connotazione sempre più di carattere orientale. Per calcolare il Baltic Index, i membri del Baltic Exchange valutano i costi dei principali spedizionieri del mondo per trasportare i materiali attraverso 26 diverse rotte in tutto il mondo. Si rivela così un indice perfetto per quantificare la domanda globale di materie prime; un dato utilissimo per comprendere l’andamento generale dell’economia mondiale reale.
Il Baltic Index solitamente aumenta di valore all’aumentare della domanda di materie prime e diminuisce al calare della domanda di materie prime. Crollati nella prima fase della pandemia, i volumi mondiali di esportazioni al momento sono a livelli superiori rispetto al pre-Covid.
La ventata di ottimismo dei dati attuali, però, è contrastata dall’inflazione che si è palesata in Europa soprattutto e sta per sfondare la doppia cifra in tutti i maggiori Paesi. Un trend già in atto che sta iniziando a preoccupare tanto gli investitori quanto i decisori politici. Infatti, la risalita dell’indice negli ultimi mesi si è arrestata e sembra aver imboccato la rotta inversa. Una situazione che si sta evolvendo e che bisognerà monitorare da vicino, anche per comprendere bene come si svilupperà nei prossimi mesi e, conseguentemente, capire come andrà l’economia globale.